Quindi la nostra personalità, gli schemi di pensiero e le nostre risposte emozionali sarebbero radicate nel nostro cervello. D'altronde, se cambiamo alcuni comportamenti, anche il cervello può cambiare, così com’è vero il contrario. Si tratta di costruire un circolo virtuoso di cambiamento positivo e duraturo.
Qui di seguito proponiamo alcuni esercizi che, se fatti per un periodo adeguato di tempo, possono aiutare a ristrutturare alcuni percorsi neurali. Questo ci permetterà di pensare in modo più positivo e diventare più consapevoli di noi stessi. Così, attraverso una maggiore comprensione delle nostre emozioni, possiamo capire meglio anche gli altri, e diventare più resilienti.
Meditare concentrandosi sul “presente”
Se desideriamo essere più consapevoli di noi stessi, Davidson suggerisce di meditare con regolarità, avendo cura di concentrarsi solo sul momento presente.
Prendiamo un momento in cui ci sentiamo bene e svegli, sediamoci concentrandosi sul nostro respiro, notando la sensazione nel corpo via via che proseguiamo a respirare. Se qualcosa ci dovesse distrarre, riportiamo semplicemente la concentrazione sul respiro.
Allenarsi alla concentrazione per 10 minuti al giorno
Se vogliamo aumentare la nostra capacità d’attenzione e di concentrazione, il suggerimento è di prenderci dieci minuti di tempo per sedersi in una stanza tranquilla, con gli occhi aperti, concentrandosi su un oggetto reale presente nella stanza. Manteniamo gli occhi e l’attenzione su di esso. Se il pensiero comincia a vagare, semplicemente lo riportiamo sull’oggetto.
Prestare attenzione al linguaggio del corpo
Se desideriamo essere maggiormente intuitivi sotto l’aspetto sociale e migliorare la nostra capacità di stare in compagnia, concentriamoci sul linguaggio non verbale degli altri. Mentre siamo in presenza di qualcun altro, proviamo a intuire il suo stato d’animo partendo dai suoi segnali non verbali. Da quest’osservazione, possiamo comprenderne le emozioni? Possiamo concentrarci sul viso, sugli occhi specialmente, e sul tono di voce, cercando di capire se sono congruenti o meno.
Creare un ambiente “positivo”
Se il desiderio è di avere pensieri più positivi, suggeriamo di riempire il nostro spazio vitale, a casa e al lavoro, con ricordi di momenti positivi e felici.
Usiamo foto di famiglia, scorci di luoghi a noi cari, di vacanze, di momenti belli. Per evitare di abituarsi agli stessi stimoli, cambiamoli spesso, almeno una volta ogni due mesi.
Identificare cosa fa scattare le nostre emozioni
Per limitare la nostra reattività emozionale e contenere le nostre reazioni in determinati contesti, facciamo una lista di eventi e situazioni che ci causano le reazioni che non vorremmo. Fatto questo, investiamo quindici minuti pensando a queste situazioni mentre siamo rilassati, tranquillamente seduti e respiriamo con regolarità.
Fare complimenti agli altri
Cercare le opportunità per congratularsi con gli altri per qualcosa che hanno fatto o per come appaiono o per qualsiasi cosa ci piaccia di loro, aiuta a focalizzarsi sulle positività delle persone e della vita.
Visualizzare la compassione
Per renderci più resilienti, facciamo quest’esercizio per cinque, dieci minuti ogni due giorni. Visualizziamo qualcuno che sappiamo essere in difficoltà, sofferente o malato. A ogni nostra inspirazione, immaginiamo di alleviare il suo dolore, quasi come se lo stessimo aspirando via. A ogni espirazione, immaginiamo di trasformare la sofferenza in compassione e accudimento, che possa alleviare la situazione dell’altra persona.
Esprimere gratitudine
Secondo Davidson, esprimere gratitudine con regolarità aiuterebbe a sentirci più ottimisti.
Impegniamoci a guardare qualcuno negli occhi e dirgli un sentito “grazie” per qualcosa che ha fatto, che sia rivolto a noi oppure no. Tenere un’agenda quotidiana delle cose belle della nostra vita aiuterebbe a ottenere lo stesso risultato.